« Sui fogli, niente Icaro, tra i fogli, neppure.
Cerca sorto i mobili, apre gli armadi, va a vedere nel WC: nessun Icaro »Una manciata di dati inviata dal satellite meteorologico forma sul monitor, con lentezza, l’immagine della Terra. Sullo schermo un piccolo cursore a forma di croce si sposta indicando la posizione voluta. Questo segno elettronico sembra avere due ali che lo spingono nelle direzioni, nei punti richiesti, indicando traiettorie, precisando luoghi, esplorando mari, foreste, deserti, città con sicurezza e sopraffazione. Poi questo piccolo punto, questa crocetta alata, che sembra avere la fisionomia di un Icaro, si distende con le sue ali di cera sul territorio simulato ed esce dalla coordinata imposta, sparisce dallo schermo dissociandosi dalla nostra volontà.
Incidente come nella sua evocazione mitologica? oppure fuga dalla finzione come nel personaggio Icaro di Queneau citato all’inizio?
L’immagine dell’intelletto divenuto insensato si contrappone a quella della immaginazione liberata dalle regole. Il tentativo di Icaro è rimasto proverbiale per indicare la nevrosi al suo più alto livello, che diviene una forma di malattia dello spirito, quella delle ambizioni smisurate. L’altro Icaro prende alla lettera la finzione che lo ha messo al mondo, e si mette a girare il mondo, in una precaria emancipazione, domandandosi se le persone « reali » non siano per caso « personaggi creati da un’altra specie di autori ».
Questo piccolo segno sparito dallo spazio dallo schermo ha lasciato una traccia con la sua forma di croce, una traccia molto più grande, rilevata nella sua immaterialità dai monitor che la segnalano e la diffondono.
Studio Azzurro, il segno inviolato
Videoinstallazione per ricevitore Meteosat, 3 videoregistratori, 23 monitor e 21 pietre laviche.